Le funzioni dei sogni e loro uso in terapia

Mi è capitato l’altra settimana, cercando una bibliografia di studi sui sogni e sul loro uso in terapia, di riprendere l’articolo di James Fosshage “The organizing functions of dream mentation”. Ne consiglio la lettura per l’utile rassegna di lavori di ricerca proposti a sostegno di una posizione ormai assodata sulla funzione e sull’utilizzo dei sogni in ambito terapeutico anche in considerazione del fatto che l’autore, di matrice psiconalitica porta una prospettiva nuova per la sua area assolutamente convergente con quella cognitivo-costruttivista. Il tema dei sogni è sempre attivatore di fantasie, stereotipi, curiosità alimentate anche dalla sterminata letteratura e filmografia. Nel senso comune i sogni sono ancora assimilati ad una specie di finestra fugace e sfuggente su un mondo “altro” sia esso un mondo inconscio ed inaccessibile, sia addirittura un mondo dove è possibile osservare, prevedere e talvolta cambiare il proprio e l’altrui destino. Spesso i nostri pazienti sono portatori di questo tipo di visione sui sogni e spontaneamente ce li raccontano chiedendoci di “interpretarli” riproponendo l’antico concetto psicoanalitico che dietro il contenuto “manifesto” esista un contenuto latente più “vero”, più sostanziale, censurato a scopo difensivo.

L’articolo di Fosshage affronta organicamente secondo posizioni attuali e scientifiche il sogno come declinazione dell’attività mentale partendo dalle evidenze che ci vengono dalle neuroscienze ed in particolare dalla vasta ricerca sui sogni. Fondamentalmente oggi sappiamo che le immagini manifeste dell’attività onirica sono il prodotto di un’attività di elaborazione cerebrale fisiologica di pari dignità a quella della veglia e come tali non abbiano bisogno di essere “interpretate” ma semmai analizzate insieme al paziente come modalità di costruzione di senso nell’ambito della propria attività mentale. Si tratta quindi di attività funzionali di tipo adattivo e riparativo che ristrutturano e riorganizzano i pensieri diurni finalizzate ad un miglior livello di funzionamento mentale.
Questa visione era in fondo già stata intuita da Rogers e Kohut (1971) in un ottica essenzialmente fenomenologica ed addirittura espressa in alcune idee originali di Jung. Il concetto di “autoriparazione” Junghiano porta già in se i semi di questa concezione funzionale non di tipo difensivo ma piuttosto di tipo riparativo (che implicano quindi modalità di funzionamento cognitivo elevato). Si pensi ad esempio al “sogno premonitore” che facilmente ricade nel senso comune in un dominio più vicino alla magia che alla neurofisiologia. Il sognatore non accede a contenuti “latenti ed inconoscibili” ma piuttosto rielabora situazioni passate ed anticipa quelle future proprio finalizzando questa attività mentale a meglio affrontare la situazione potenzialmente stressogena o fissando un obiettivo di cambiamento e miglioramento. O ancora nella declinazione di Kohut (1977) quando il sé è minacciato da uno stato di frammentazione o dissoluzione la funzione del sogno è proprio quella di ripristinare il Sé (self-state dreams).

Gli strumenti e le evidenze che oggi abbiamo nell’ambito della psicofisiologia del sogno e del sonno, suggeriscono il fondamentale ruolo dell’attività mentale durante il sonno REM come regolatrice degli aspetti affettivi, per il consolidamento della memoria, l’elaborazione delle informazioni e l’adattamento allo stress. La funzione è quindi essenzialmente adattativa. Questo non esclude un’attività “inconscia” ma in una riformulazione cognitiva che considera l’inconscio come un aspetto della cognizione (graduabile in termini di consapevolezza) e non un’entità o spazio, contenitore di impulsi che premono per essere liberati.

Nello specifico dell’articolo Fosshage propone un modello di sogno come strumento organizzatore di dati.

Per tratteggiarlo riprende il concetto di duplice modalità dell’attività mentale ripercorrendo il modello Freudiano di processo primario e secondario ma superandolo alla luce delle evidenze della psicologia cognitiva. Cioè ammettendo due modalità di attività mentale ma non più distinte in termini di “inconscio” e “pensiero razionale conscio” ma piuttosto di “elaborazione esperienziale” ed “elaborazione logico-razionale”. Il sistema esperienziale in parte sovrapponibile ad un concetto di “inconscio” fortemente collegato agli aspetti emotivi dell’esperienza e all’elaborazione mentale per immagini non ha però più una funzione di liberazione dell’energia ma piuttosto di integrazione generale e sintesi. Questa attività organizzatrice con forti componenti affettive e visuali è quella che si dispiegherebbe nelle fasi REM del sonno. Sulle differenti funzioni dell’attività onirica sono numerosissimi gli autori che si sono espressi prima di Fosshage. Da Atwood e Stolorov (1984) in merito alla funzione di “custodia” della struttura psicologica, a Greenberg (1987) in merito al ruolo di integrazione delle esperienze passate finalizzate alla costruzione di schemi comportamentali, fino a Ullman (1969) Breger (1977) Hartmann (1995) sulla funzione adattativa dei sogni, e Kramer (1993) sul ruolo di regolazione dell’umore dell’attività onirica.
Gli aspetti funzionali di tale attività possono quindi essere fondamentalmente raggruppati in:

Funzione Evolutiva che Fosshage definisce come “contributo allo sviluppo dell’organizzazione psicologica attraverso il consolidamento della rappresentazione di nuove configurazioni psichiche emergenti”. I dati a sostegno sono numerosi, e numerose le ricerche che dimostrano l’aumentata attività cerebrale durante il sonno REM, indicatore che il cervello è al lavoro. In particolare in merito ad apprendimento e problem solving sia Fiss (1990) che Greenberg (1993) dimostrano la relazione lineare tra durata del sonno REM ed apprendimento, ovvero il sonno REM aumenta quando si apprendono cose nuove. Anche in ambito terapeutico sempre Fiss (1976) evidenzia  un maggior alleviamento dei sintomi e maggiore consapevolezza acquisita in una ricerca di direzione di attenzione su sogni REM versus NREM su pazienti in terapia. Infine vengono citati Meisner (1968) e Breger (1977) alla luce di alcuni studi sula diminuzione quantitativa del sonno REM nella vita delle persone a sostegno di un ruolo di strutturazione del sistema nervoso, o in chiave neurofisiologica di sviluppo di “reti neurali”.

Funzioni di mantenimento-regolazione e di ripristino. La differenza tra mantenimento e ripristino non è discreta ma va cercata sulla continuità tra la regolazione dell’organizzazione psicologica e la momentanea rottura che porta ad un inizio di disorganizzazione. Nei sogni questo ruolo centrale di mantenimento e ripristino soprattutto in termini emotivi è centrale. Molte sono anche in questo caso le ricerche a sostegno. La privazione di sonno REM produce un effetto “rebound”, cioè appena possibile vi è un aumento appunto del sonno REM per compensare la precedente privazione, dimostrando così la sua necessiarietà neurofisiologica. Infatti Greenberg et. al (1983) evidenziano come la privazione del sonno REM abbia effetto sia sull’umore che sull’organizzazione psicologica (componente emotiva e cognitiva) deteriorando la memoria a lungo termine riferita ad aspetti affettivi, e la capacità di coping verso stimoli stressogeni. Webb (1978) verifica inoltre che la performance durante lo stato di veglia è molto più affetta dalla privazione di sonno REM che NREM. Anche alcune ricerche centrate maggiormente sull’aspetto contenutistico dei sogni suggeriscono funzioni regolatrici e riparative. Piccione (1977) evidenzia come i contenuti dei sogni includano spesso le esperienze più emotive ed intense della giornata ed in uno studio classico di Cohen (1975) sia evidente il ruolo riparatore. Infatti “l’incorporazione” di esperienze negative (sperimentalmente indotte) nei sogni aumentano la disposizione a ripetere il compito che aveva generato l’esperienza negativa, probabilmente sostenendo o riparando la funzione regolatrice l’autostima.

L’articolo dedica una lunga parte alla critica del modello interpretativo dei sogni di matrice psicoanalitica.
Gli aspetti in particolare criticati riguardano aspetti considerati superati, ovvero:
  • la concezione di mascheramento e trasformazione difensiva (piano dei contenuti)
  • la necessità di trovare un significato in ogni sogno (piano del significato)
  • la difficoltà a ricordare i sogni come espressione di maggiori resistenze intrapsichiche anziché una semplice varianza di pattern neurofisiologici individuali (piano del paziente)

Infine la parte conclusiva fornisce alcune indicazioni tecniche per lavorare con i sogni in terapia verso una co-costruzione di significato. Viene abbandonato il concetto di “interpretazione” unilaterale da parte del terapeuta, fornendo piuttosto al paziente la possibilità di ampliare lo spazio di esperienza del sogno, non secondo modalità intellettualizzate e speculative, ma centrando al contrario l’attenzione proprio sull’”esperienza” nel sogno, e sui suoi collegamenti con la vita reale.

In sostanza Fosshage pur essendo di estrazione psicoanalitica, propone in questo scritto posizioni assolutamente sovrapponibili al cognitivismo di matrice costruttivista, esemplificando il processo di indagine sul sogno quasi come un dialogo su un ABC un CEPA o una Moviola alla Guidano. Una posizione che, con le dovute sfumature, è peraltro convergente con le indicazioni sull’utilizzo del sogno in terapia di Bara e  Rezzonico.

Fonte: Fosshage, James L. “The organizing functions of dream mentation” Contemporary Psychoanalysis, Vol 33(3), Jul 1997, 429-458
Link al paper: https://psycnet.apa.org/psycinfo/1997-06910-004
 BIBLIOGRAFIA:
  • Adler, A. (1936). On the interpretation of dreams. International Journal of Individual Psychology, 2:3-16.
  • Altman, L. (1969). The dream in psychoanalysis. New York: International Universities Press.
  • Arlow, J. A. & Brenner, C. (1964). Psychoanalytic concepts and the structural theory. Madison, CT: International Universities Press.
  • Atwood, G. & Stolorow, R. (1984). Structures of Subjectivity. Hillsdale, NJ: The Analytic Press.
  • Blanck, G. & Blanck, R. (1974). Ego psychology: Theory and practice. New York: Columbia University Press.
  • Berger, L. (1977). Function of dreams. Journal of Abnormal Psychology, 72:1-28.
  • Berger, L., Hunter, I. & Lane, R. W. (1971). The effects of stress on dreams. Psychological Issues, Monogr. 27, 7. New York: International Universities Press.
  • Bucci, W. (1985). Dual coding: A cognitive model in psychoanalytic research. J. Am. Psychoanal. Assoc., 33:571-607.
  • Bucci, W. (1994). The multiple code theory and the psychoanalytic process: A framework for research. The Annual of Psychoanalysis, 22:239-259. Hillsdale, NJ: The Analytic Press.
  • Bucci W. (1997). Psychoanalysis and Cognitive Science: A Multiple Code Theory. New York: Guilford (Italian transl.: Psicoanalisi e scienza cognitiva. Una teoria del codice multiplo. Roma: Giovanni Fioriti Editore, 1999).
  • Bonime, W. (1962). The clinical use of dreams. New York: Basic Books.
  • Cartwright, R.D., Monroe, L.J. & Palmer, C. (1967). Individual differences in response to REM deprivation. Archives of General Psychiatry, 16:297-303.
  • Cartwright, R.D., & Retzel, R. (1972). Effects of dream loss on waking behaviors. Archives of General Psychiatry, 27:277-280.
  • Cartwright, R.D., Tipton, L. W. & Wicklund, J. (1980). Focusing on dreams: A preparation program for psychotherapy. Archives of General Psychiatry, 37:275-277.
  • Cohen, D. & Cox, C. (1975). Neuroticism in the sleep laboratory: Implications for representational and adaptive properties of dreaming. Journal of Abnormal Psychology, 84:91-108.
  • Curtis, H. & Sachs, D. (1976). Dialogue on “The changing use of dreams in psychoanalytic practice.” Int. J. Psychoanal., 57:343-354.
  • De Koninck, J., Proulx, G., King, W. & Poitras, L. (1977). Intensive language learning and REM sleep: Further results. Sleep Research, 7:146.
  • Ellman, S. (1985). Toward a psychoanalytic theory of drive: REM sleep, a CNS self-stimulation system. Clinical Psychology Review, 5:185-198.
  • Epstein, S. (1994). Integration of the cognitive and the psychodynamic unconscious. American Psychologist, 8:709-724.
  • Erdelyi, M.H. (1984). Psychoanalysis: Freud’s cognitive psychology. New York: Freeman.
  • Erikson, E. (1954). The dream specimen of psychoanalysis . J. Am. Psychoanal. Assoc.: 2:5-56.
  • Fairbairn, W.R.D. (1944). Endopsychic structure considered in terms of object-relationships. In: Psychoanalytic studies of the personality. Boston: Routledge & Kegan Paul, pp. 82-136.
  • Firth, S. J., Blouin, J., Natarajan, C. & Bouin, A. (1986). A comparison of the manifest content in dreams of suicidal, depressed and violent patients. Canadian Journal of Psychiatry, 31:48-53.
  • Fiss, H. (1986). An empirical foundation for a self psychology of dreaming. Journal of Mind and Behavior, 7:161-191.
  • Fiss, H. (1989). An experimental self psychology of dreaming: Clinical and theoretical applications. In: Dimensions of self experience, progress in self psychology, Vol. 5, ed. A. Goldberg. Hillsdale, NJ: The Analytic Press, pp. 13-24.
  • Fiss, H. (1990). Experimental strategies for the study of the function of dreaming. In: The mind in sleep: Psychology and psychophysiology, ed. S. Ellman. New York: John Wiley and Sons.
  • Fiss, H. (1993). The “royal road” to the unconsious revisited: A signal detection model of dream function. In: The functions of dreaming, ed. A. Moffitt, M. Kramer & R. Hoffmann. Albany, NY: State University of New York Press. pp. 381-418.
  • Fiss, H., Kremer, E. & Litchman, J. (1977). The mnemonic function of dreaming. Presented at meeting of Association for the Psychophysiological Study of Sleep, Houston, TX.
  • Fiss, H. & Litchman, J. (1976). Dream enhancement: An experimental approach to the adaptive function of deams. Presented at meeting of the Association for the Psycho-physiological Study of Sleep, Cincinnati, OH.
  • Fosshage, J. (1983). The psychological function of dreams: A revised psychoanalytic perspective. Psychoanalysis and Contemporary Thought, 6:641-669.
  • Fosshage, J. (1987a). New vistas on dream interpretation. In: Dreams in new perspective: The royal road revisited, ed. M. Glucksman. New York: Human Sciences Press.
  • Fosshage, J. (1987b). A revised psychoanalytic approach. In: Dream interpretation: A comparative study, revised edition, ed. J. Fosshage & C. Loew. Costa Mesa, CA: PMA Publications, pp. 299-318.
  • Fosshage, J. (1988). Dream interpretation revisited. In: Frontiers in self psychology, progress in self psychology, Vol 3, ed. A. Goldberg. Hillsdale, NJ: The Analytic Press, pp. 161-175.
  • Fosshage, J. (1989). The developmental function of dreaming mentation: Clinical implications. Reply. In: Dimensions of self experience, progress in self psychology, Vol. 5, ed. A. Goldberg. Hillsdale, NJ: The Analytic Press, pp. 3-11; 45-50.
  • Fosshage, J. (1994). Toward reconceptualizing transference: Theoretical and clinical considerations. Int. J. Psychoanal., 75:265-280.
  • Fosshage, J. (1995). Countertransference as the analyst’s experience of the analysand: The influence of listening perspectives. Psychoanalytic Psychology 12:375-391.
  • Fosshage J. (1998). Un nuovo modello psicoanalitico del sogno. Psicoterapia, IV, 14/15:15-17.
  • Fosshage, J. & Loew, C., (eds.) (1987). Dream interpretation: A comparative study, revised edition. Costa Mesa, CA: PMA Publications.
  • French, T. & Fromm, E. (1964). Dream interpretation: A new approach. New York: Basic Books.
  • Freud, S. (1900). The Interpretation of Dreams. Standard Edition, 4,5.
  • Freud, S. (1923). Remarks on the theory and practice of dream interpretation. Standard Edition, 19:109-121.
  • Fromm, E. (1951). The forgotten language. New York: Grove Press.
  • Greenberg J. & Mitchell, S. (1983). Object relations in psychoanalytic theory. Cambridge, MA: Harvard University Press.
  • Greenberg, R. (1987). The dream problem and the problem in dreams. In: Dreams in new perspective: The royal road revisited, ed. M. Glucksman & S. Warner. New York: Human Sciences Press, pp. 45-58.
  • Greenberg, R. & Perlman, C. (1975). REM sleep and the anlytic process: A psycho-physiologic bridge. Psychoanal. Q., 44:392-403.
  • Greenberg, R. & Perlman, C. (1993). An integrated approach to dream theory: Contributions from sleep research and clinical practice. In: The functions of dreaming, ed. A. Moffitt, M. Kramer & R. Hoffmann. Albany, NY: State University of New York Press, pp. 363-380.
  • Greenberg, R., Perlman, C., Schwartz, W.R. & Grossman, H.Y. (1983). Memory, emotion and REM adaptiation to stress. Psychosomatic Medicine, 34:257-262.
  • Greenberg, R., Pillard, R. & Perlman, C. (1972). The effect of dream (stage REM) deprivation on adaptation to stress. Psychosomatic Medicine, 34:257-262.
  • Grieser, C., Greenberg, R. & Harrison, R.H. (1972). The adaptive function of sleep: The differential effects of sleep and dreaming on recall. Journal of Abnormal Psychology, 80:289-296.
  • Hartmann, E. (1973). The functions of sleep. New Haven, CT: Yale University Press.
  • Hartmann, E. (1995). Making connections in a safe place: Is dreaming psychotherapy? Dreaming, 5(4):213-228.
  • Holt, R.R. (1967). The development of the primary process: A structural view. In: Motives and thought: Psychoanalytic essays in honor of David Rapaport, ed. R. R. Holt. Psychological Issues, Monogr. 18/19. Madison, CT: International Universities Press, 1964, pp. 113-141.
  • Horowitz, M.J. (1988). Introduction to psychodynamics. New York: Basic Books.
  • Jones, E. (1953). The life and work of Sigmund Freud. New York: Basic Books.
  • Jones, R.M. (1970). The new psychology of dreaming. New York: Grune & Stratton.
  • Jung, C.G. (1916). General aspects of dream psychology. In: The structure and dynamics of the psyche: Collected works, Vol. 8. New York: Pantheon Books, 1960, pp. 237-280.
  • Kohut, H. (1959). Introspection, empathy and psychoanalysis. J. Am. Psychoanal. Assoc., 7:459-483.
  • Kohut, H. (1977). Restoration of the self. New York: International Universities Press.
  • Kramer, M. (1993). The selective mood regulatory function of dreaming: An update and revision. In: The functions of dreaming, ed. A. Moffitt, M. Kramer, & R. Hoffmann. Albany, NY: State University of New York Press.
  • Kramer, M., Moshiri, A. & Scharf, M. (1982). The organization of mental content in and between the waking and dream state. Sleep Research, 11:106.
  • Kuiken, D. & Sikora, S. (1993). The impact of dreams on waking thoughts and feelings. In: The functions of dreaming, ed. A. Moffitt, M. Kramer & R. Hoffmann. Albany, NY: State University of New York Press, pp. 419-476.
  • Lansky, M. (1992) Essential papers on dreams. New York: New York University Press.
  • Lewin, I. & Gombosh, D. (1972). Increase in REM time as a function of the need for divergent thinking. Report to the First European Congress of Sleep Research, Basel, Switzerland.
  • Levin, R. (1990). Psychoanalytic theories on the function of dreaming: A review of the empirical dream research. In: Empirical studies of psychoanalytic theories, Vol. 3, ed. J Masling. Hillsdale, NJ: The Analytic Press, pp. 1-54.
  • Lichtenberg, J., Lachmann, F. & Fosshage, J. (1992). Self and motivational systems: Toward a theory of technique. Hillsdale, NJ: The Analytic Press.
  • Lichtenberg, J., Lachmann, F. & Fosshage, J. (1996). The clinical exchange: Technique derived from self and motivational systems. Hillsdale, NJ: The Analytic Press.
  • Lucero, M. A. (1970). Lengthening of REM sleep duration consecutive to learning in the rat. Brain Research, 20:319-322.
  • Meissner, W. (1968). Dreaming as process. Int. J. Psychoanal., 49:63-79.
  • Miller, J. P. (1985). How Kohut actually worked. In: Progress in self psychology, Vol. I, ed. A. Goldberg. New York: Guilford Press, pp. 13-30.
  • Mitchell, S. (1988). Relational concepts of psychoanalysis. Cambridge, MA: Harvard University Press.
  • Moffitt, A., Hoffman, R., Wells, R., Armitage, R., Pigeau, R. & Shearer, J. (1982). Individual differences among pre- and post-awakening EEG correlates of dream reports following arousals from different stages of sleep. The Psychiatric Journal of the University of Ottawa, 7:111-125.
  • Noy, P. (1969). A revision of the psychoanalytic theory of the primary process. Int. J. Psychoanal., 50:155-178.
  • Noy, P. (1979). The psychoanalytic theory of cognitive development. The Psychoanalytic study of the Child, 34:169-216. New Haven, CT: Yale University Press.
  • Ornstein, P. (1987). On the self-state dreams in the psychoanalytic treatment process. In: The interpretation of dreams in clinical work, ed. A. Rothstein. Madison, CT: International Universities Press, pp. 87-104.
  • Padel, J. (1978). Object relational approach. In: Dream interpretation: A comparative study, ed. J. Fosshage & C. Loew. New York: Spectrum, pp. 125-148.
  • Palombo, S. (1978). The adaptive function of dreams. Psychoanalysis and Contemporary Thought, 1:443-476.
  • Paivio, A. (1986). Mental representations: A dual-coding approach. New York: Oxford University Press.
  • Paivio, A. (1991). Dual coding theory: Retrospect and current status. Canadian Journal of Psychology, 45, 255-287.
  • Piaget, J. (1954). The construction of reality in the child. New York: Basic Books.
  • Piccione, P., Jacobs, G., Kramer, M. & Roth, T. (1977). The relationship between daily activities, emotions and dream content. Sleep Research, 6:133.
  • Power, M. & Brewin, C.R. (1991). From Freud to cognitive science: A contemporary account of the unconscious. British Journal of Clinical Psychology, 30:1-22.
  • Reiser, M. (1990). Memory in mind and brain. New York: Basic Books.
  • Schur, M. (1966). Some additional Îday residues’ of “the specimen dream of psychanalysis.” In: Essays in honor of Heinz Hartmann, ed. R. M. Lowenstein, L. M. Newman & X.X. Schurr. New York: International Universities Press.
  • Stolorow, R. & Atwood, G. (1982). Psychoanalytic phenomenology of the dream. The Annual of Psychoanalysis, 10:205-220. New York: International Universities Press.
  • Stolorow, R., Branchaft, B. & Atwood, G. (1987). Psychoanalytic treatment: An intersubjective approach. Hillsdale, NJ: The Analytic Press.
  •  Ullman, M. (1969). Dreaming as metaphor in motion. Archives of General Psychiatry, 21:696-703.
  • Wachtel, P.F. (1980). Transference, schema and assimilation: The relevance of Piaget to the psychoanalytic theory of transference. The Annual of Psychoanalysis, 8:59-76. New York: International Universities Press.
  • Waldhorn, H. (1967). Indications for psychoanalysis: The place of the dream in clinical psychoanalysis (Monograph II of the Kris Study Group of the New York Psychoanalytic Institute), ed. E. D. Joseph. New York: International Universities Press.
  • Webb, W.B. & Cartwright, R.D. (1978). Sleep and dreams. Annual Review of Psychology, 29:223-252.
  • Whitmont, E. (1978). Jungian approach. In: Dream interpretation: A comparative study, ed. J. Fosshage & C. Loew. New York: PMA Publishing, pp. 53-78.
  • Whitmont, E. & Perera, S. (1990). Dreams: A portal to the source. New York: Routledge.
  • Winson, J. (1985). Brain and psyche. Garden City, NY: Anchor Press/Doubleday.
  • Witkin, H.A. (1969). Influencing dream content. In: Dream psychology and the new biology of dreaming, ed. M. Kramer. Springfield, IL: Charles C. Thomas, pp. 285-343.
  • Zimmerman, W., Stoyva, J. & Metcalf, D. (1970). Distorted visual feedback and augmented REM sleep. Psychophysiology, 7:298.